#bassavelocità
vite in viaggio sui treni regionali
di e con Bernardino Bonzani
direzione musicale Antonella Talamonti
regia e consulenza drammaturgica Monica Morini
produzione Teatro dell’Orsa
Cosa vuol dire, viaggiare a bassa velocità? Scovare storie nelle pieghe del tempo, intercettare vite invisibili. Dall’Emilia al Lazio, dalle Marche alla Puglia, dalla Toscana alla Calabria, un affresco che abbraccia l’Italia, un viaggio che si dipana dentro la ricerca e l’ascolto fatta sui treni regionali italiani. La lentezza è una condizione che unisce. Il treno regionale è un mezzo che rilascia un’orma ambientale con minore impatto, più economico, portatore di un’umanità varia e da scoprire.
NOTE DI VIAGGIO
Tre anni di esperienze e di incontri prima e durante la pandemia in un progetto che ancora prosegue con la regola di costruire l’itinerario al momento, di stazione in stazione, con i collegamenti regionali, naturalmente opposti ai treni ad alta velocità. Coincidenze e destinazioni fanno il resto. Non ci sono previsioni di arrivo, ci si lascia guidare dagli incontri e dalle situazioni inaspettate.
Il treno è un non luogo, dove si è fermi e in movimento al tempo stesso, ciascuno sente di non appartenervi, la visione diviene orizzontale, ognuno nella medesima condizione di viaggiatori. Il tempo è limitato, si sa che all’arrivo ci separeremo, forse per sempre. E a volte nasce una situazione di intimità, quasi che le cose dette non possano essere rivelate a nessun altro. Quegli stessi incontri, memorie, persone si intrecciano in questa performance teatrale.
Determinanti a questo lavoro i contributi di Antonella Talamonti per i canti e la direzione musicale e di Monica Morini per la narrazione e l’oralità.
NOTE SULLA MUSICA
Sul treno gli incontri sono fatti di visi, di corpi, di suoni. I dialetti, i colori delle voci, l’espressività musicale delle parole scambiate cambiano all’interno degli scompartimenti secondo l’itinerario.
La musica non può prescindere questa ricchezza tutta italiana, fatta di culture diverse conviventi nel raggio di un centinaio di chilometri.
Il canto di tradizione orale, la canzone popolare d’autore, affiorano tra il rumore dei treni e le parole del narratore; sono canti che vengono da lontano, mormorati, intimi, che portano paesaggi dell’anima. Tra i suoni del qui e ora e i suoni dell’altrove si apre uno spazio per il ricordo, per i molti modi in cui la vita parla di sé.
Presente a PoetaTerra Festival 2023